Ci è capitato sotto gli occhi uno studio del 2013 della Banca Nazionale Polacca , a firma Stefan Kawalec e Ernest Pytlarcyk, dal titolo Controlled dismantlement of the Eurozone: A proposal for a New European Monetary System and a new role for the European Central Bank (Smantellamento controllato dell'Eurozona: Una proposta per un Nuovo Sistema Monetario Europeo e un nuovo ruolo per la Banca Centrale Europea).
Gli autori partono dalla constatazione che l'euro rappresenta una seria minaccia al progetto di integrazione europea, tra paesi deboli che in assenza di sovranità monetaria non riescono a uscire dalla recessione e paesi del nord costretti a fornire aiuti senza fine, in un circolo vizioso di risentimenti e populismo nei paesi del sud e una rinascita di tendenze nazionalistiche nei paesi del nord, che possono finire col fare a pezzi l'Europa.
Purtroppo, anche la via di uscita di una maggiore integrazione europea, verso degli Stati Uniti d'Europa in cui le zone competitive si facciano carico delle carenze delle zone meno competitive, non appare realistica o auspicabile, in quanto (sempre secondo gli autori):
Insomma, l'euro sarà nel futuro prossimo uno strumento di divisione, più che un pilastro dell'Unione, e una minaccia per l'intera integrazione europea.
Prima che la situazione si deteriori fino a un punto di non ritorno e alla rottura forzata e disordinata dell'Eurozona, gli autori propongono un processo di smantellamento progressivo che salvaguardi dai principali rischi: corse agli sportelli e flussi di capitali verso i paesi del Nord.
L'uscita dall'euro dovrebbe essere progressiva e la BCE dovrebbe rimanere come banca centrale per tutti i paesi dell'Eurozona, anche dopo il ritorno a monete nazionali.
In una prima fase, ad uscire dall'euro dovrebbero essere i paesi del Nord. In questa fase, i correntisti dei paesi del Sud non avrebbero interesse a ritirare i loro risparmi (che rimarrebbero in euro) e quelli del Nord avrebbero invece interesse a tenerli in banca, per beneficiare di una conversione automatica in una valuta destinata ad apprezzarsi in fretta. Per evitare un flusso massiccio di denaro dalle banche del Sud a quelle del Nord, la conversione verrebbe effettuata solo per i depositi dei residenti.
La BCE dovrebbe mettere in piedi un sistema di coordinamento delle valute, per evitare grandi fluttuazioni o guerre valutarie interne, ma allo stesso tempo permettere politiche monetarie per compensare sbilanciamenti commerciali tra paesi della zona ex-euro. Questo eviterebbe anche una crisi in Germania dovuta all'apprezzamento improvviso del nuovo marco tedesco.
Il documento originale è molto più esteso di quanto abbiamo qui riportato e fornisce vari spunti interessanti, ad esempio sui rapporti tra Francia e Germania.
Curioso notare che la Banca Nazionale Polacca, da cui proviene questo studio, tra qualche anno avrà un ruolo nell'entrata della Polonia dell'euro. O meglio: lo avrà, a meno che per allora l'euro non si sia già dissolto.
Pubblicato il 2015-06-10